1. |
Diniego dell'Empireo
04:53
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L’anima tace tra la ripetitività angosciante.
L’inutilità di un essere, la permanenza drammaticamente invisibile.
Rinnego ogni sogno, ogni traccia di buon auspicio.
Il gelo soffia tra le fessure dei miei denti.
Nomina cicatrizzata di giullare
esibizione continua di una pateticità disgustosa
meditazione finale autolesionista
Negazione totale dell’essere attuale
Meditazione finale, negazione totale
Lo scherno divino carbonizza il mio respiro
Guardami negli occhi Codardo Altissimo
se il mio sangue è anche il tuo
sappi che riflette il pattume del mio nome
Il nostro nome.
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2. |
Megattera
06:44
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Il macigno riposa malvoluto e scomodo sopra al corpo assonnato e storpio, il tempo scorre veloce nella maniera più lenta possibile, marce funeree su asfalto dorato, tra i miasmi tentenno ogni destro e ogni sinistro, e guardo l'ombra dipingere sul crepuscolo il mio disastro, che mi invita nella sua apocalisse.
Di ogni male, mi sento sempre in colpa. Nacqui con lei, ne conosco ogni sua deformità.
la corrente marcia sulla mia schiena
protagonista della parata angosciosa
congelata, l'ombra della meridiana
punta verso il "perchè" e il "per cosa"
Il dissapore tra l'esistere e l'io
lo scontro perpetuo tra l'io e Dio
la squillante litania scontata
mia futura vecchiaia, timorata e malata
Mi concedo ogni miraggio
aspettandomi delusioni sorprendendomi
saggio a tratti mi è arrendermi
il passo è stanco, vacuo di coraggio
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3. |
Persistenza inane
06:26
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E non servirà a niente,
liberarsi del veleno che m’accoglie nell’ardente cammino
E non servirà a niente,
riflettere nel sonno, sorridere forzatamente per liete immaginazioni
La mia forma è questa, tinta nel grigio, posata nel nulla più assoluto
vorrei valer qualcosa, trovare del bene nel mio male, non far nutrire il disgusto in me
trovare della sincerità in ogni frase che reputo di circostanza
Ignobile mi è ripetere litanie
Considerare previsto ogni dolore
Mi è così naturale, mi fa vomitare
Non servirà a niente,
e mi perseguiterà l’idea che questo mi è fin troppo semplice
della mia tortura ne sono complice
ed oltre ogni limite, io mi sento inutile
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4. |
Abisso
05:51
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L’abisso mi accompagna tra le sue viscere
immobile la mia anima assiste al crollo
Cosa si prova nel salire?
Nel poter vedere la luce irradiare?
E non posso fare a meno di farmi schifo
mentre sento le mie ali abbandonarmi
Smetto di chiedermi il perché
in quanto è, e sempre sarà mia colpa
In apnea, tra promesse fasulle
verrò messo allo stremo
Cadrò come gli angeli che verranno chiamati diavoli
dentro questo abisso, dal colore della nebbia
Il cuore si secca nell’odiarmi a morte
e in tutto questo accetto la mia sorte
entrerò nella fine, chiudendo le porte
vi chiedo perdono, ma non sono forte
E non posso fare a meno di farmi schifo
mentre sento le mie ali abbandonarmi
Smetto di chiedermi il perché
in quanto è, e sempre sarà mia colpa
Mia colpa, mia grandissima colpa
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Die Sünde Padua, Italy
Il peccato, l’essenziale forma di ribellione verso l’esile convinzione di perfezione. Il buio ci accomuna, e questo non è nient’altro che lo specchio dei vostri tremori.
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